Il nuovo verdetto di Standard & Poor's, la guerriglia di Lampedusa, la fine dei REM: anche ieri mattina, spento l'iPad e bucata faticosamente la cortina di lamiere mobili, ho gettato la chiave del mondo per andarmene a lavorare in compagnia dei ferri del mestiere.
La Caldara di Manziana, questa la meta, è uno di quei angoli di Lazio che se non ci fosse andrebbe inventato. Un luogo unico, piccolo, vicino, denso di attrattive dal punto di vista naturalistico e fotografico. E protetto, visto ch'è incluso nel parco naturale di Bracciano-Martignano (minuto di riflessione: ma cosa sarebbe il Lazio, l'Italia, se non li avessimo istituiti questi parchi che, d'accordo, saranno pure pieni di problemi ma - insomma - mettono in salvo luoghi come questo, il silenzio, l'aria ? fine della riflessione).
Il sopralluogo era in vista dei Workshop di introduzione alla Fotografia naturalistica (cinque, forse sei) che vi terrò tra ottobre e novembre. Beh, l'estate sembra non mollare, i funghi sono ancora pochissimi e l'esplosione di colori trattenuta dalle temperature di tutto rispetto. Ma è ormai questione di giorni. Ho trovato comunque i miei spunti e, in un piccolo settore del bosco, scorci dei riflessi dei tronchi di betulle sull'acqua sulfurea rivestita da un film iridescente degni di un Renoir. Qui in basso tre scatti, il migliore invece è adesso in HOME.